Pubblichiamo qui di seguito la lettera che l’Associazione Imprese Oggi ha inviato a Stefano Bonaccini, Presidente Emilia Romagna con richiesta di un incontro con oggetto: Criticità applicative Direttiva Bolkestein.
Gentilissimi Presidente ed Assessore,
sono pervenute alla scrivente Associazione le lamentele di numerosi operatori commerciali su aree pubbliche della vostra Regione, ed in particolare dei Comuni del ravvenate, circa la sorprendete speditezza con la quale si sta procedendo nella applicazione della cosiddetta Direttiva Bolkestein, come stabilito dalla Intesa Stato Regioni del 5.7.2012, ed atti conseguenti, in applicazione dell’art. 70 comma 5 del D. Lgs. n. 59/2010 s.m.i. e quindi con l’espletamento dei Bandi per il rilascio delle concessioni che avranno una durata limitata nel tempo, ovvero massimo 12 anni dalla data del rilascio.
Come è noto sia il Governo, con l’inserimento della proroga delle concessioni al 31.12.2018 nel cosiddetto Decreto Milleproroghe, convertito in Legge n. 19 il 27.2.2017, sia l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato con il parere del 15.12.2016, ed infine il Presidente dell’ANCI, nella audizione tenuta il 2 febbraio 2017 alla Commissione X (Attività Produttive) della Camera dei Deputati, hanno messo in luce tutte le criticità applicative della Direttiva Bolkestein al punto che è ormai avviato un percorso di revisione della applicazione della stessa al comparto dei commercianti su aree pubbliche.
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Ciò in conseguenza delle numerose manifestazioni sviluppatesi in tutta l’Italia ed in particolare la grandiosa ed imponente Manifestazione Nazionale del 15 marzo u.s. a Roma alla quale hanno partecipato circa 20.000 ambulanti, tra i quali molti anche provenienti dalla Emilia Romagna – e del tavolo tecnico aperto presso il MISE il 3.11.2016 al quale hanno fatto seguito numerosi incontri tecnici presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Conferenza Unificata Stato – Regioni ed i Ministeri competenti, ultimo dei quali il 28 febbraio u.s. alla presenza del Ministro dello Sviluppo Economico, Dott. Carlo Calenda.
Dunque meraviglia e stupisce che la Regione Emilia Romagna, insieme a pochissime altre (la Lombardia e le Marche), continui a procedere nella applicazione di norme ormai superate – perché le concessioni non scadono più a maggio o luglio del 2017 ma il 31.12.2018 – o addirittura contestate da una Autorità Garante.
Quindi i Bandi emanati dai Comuni della Regione Emilia Romagna sono tutti contestabili “ab origine” in quanto contengono criteri applicativi (i punteggi per gli operatori e la durata limitata delle concessioni) che li rendono illegittimi, in quanto – secondo l’AGCM – favorirebbero i prestatori uscenti.
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Dal nostro punto di vista – poiché combattiamo per la fuoriuscita definitiva degli ambulanti dall’ambito applicativo del D. Lgs. n. 59/2010 – non condividiamo l’impostazione ultraliberista dell’Autorità.
Ma di certo, essa non può essere né disattesa e tantomeno ignorata e non occorre aspettare il pronunciamento del TAR o la probabile sanzione della Autorità per il mancato recepimento degli Organi dello Stato alle espresse indicazioni/contestazioni formulate.
Tutti, ormai, stanno prendendo consapevolezza del grave abbaglio in cui sono incorse le Istituzioni fin dal 2010, con la colpevole connivenza delle cosiddette Associazioni di Categoria, che hanno consentito l’inserimento del suolo pubblico tra le risorse limitate, e quindi soggetti agli ambiti applicativi dell’art. 16 del D. Lgs. n. 59/2010, e prendono atto con stupore che soltanto l’Italia e la Spagna hanno applicato la Direttiva Servizi al commercio ambulante nelle norme di recepimento. Ma vi è di più: la Spagna ha disposto una norma di deroga delle attuali concessioni di oltre venti anni senza subire alcuna infrazione dalla U. E.
Ecco perché oggi tutte le Istituzioni e le Forze Politiche hanno preso atto della gravità della applicazione della Direttiva Bolkestein al comparto ambulante e delle ripercussioni sociali che avrebbe determinato l’eventuale rilascio delle concessioni limitate per ulteriori 12 anni al massimo.
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Cosa ne sarebbe del futuro di questa categoria tra 12 anni?
Chi potrebbe garantire uno sbocco occupazionale a centinaia di migliaia di famiglie, ed all’intero indotto, se – alla scadenza delle concessioni – sarebbero state private per legge dalla possibilità di poter continuare ad esercitare la loro attività se non partecipando a nuovi Bandi?
Voi sapete senz’altro che nella Regione Emilia Romagna – secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale del MISE al 31.12.2016 – tale problematica interessa ben 9.458 attività ambulanti che svolgono la loro attività nei mercati giornalieri, rionali, settimanali e nelle fiere di ogni città e paese, contribuendo alla loro vita ed allo sviluppo delle relazioni sociali e culturali. I mercati sono luoghi di incontro e fanno parte essenziale della connotazione dei nostri luoghi essendo portatori di un modo di fare commercio antico e che si tramanda di padre in figlio da generazioni.
Alla luce di quanto esposto Vi chiediamo di assumere un chiaro pronunciamento
in seno alla Conferenza Unificata Stato Regioni teso a consentire che il Governo ed il Parlamento maturi una decisione definitiva in merito alla fuoriuscita definitiva del comparto degli ambulanti dagli ambiti applicativi del D. Lgs. n. 59/2010 s.m.i.. Nelle more sarebbe buona cosa adottare un provvedimento di sospensione delle procedure dei Bandi previsti dalla Intesa del 5.7.2012 per non creare un ingorgo di carattere amministrativo alla luce delle criticità emerse ed ormai conclamate.
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Vi chiediamo infine di voler incontrare la scrivente Associazione con una delegazione alla quale parteciperà anche la Sig.ra Angela Graziani, esercente il commercio su aree pubbliche del Comune di Lugo di Romagna e rappresentativa della scrivente Associazione.
In attesa di riscontro porgiamo distinti saluti.